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I "BALENTES"
La storia e l'evoluzione di queste maschere ben distinte tra loro facenti parte del progetto Protosardo Sardinian Mask
è finalizzata alla tutela e alla valorizzazione del territorio ma anche alla diffusione della cultura e le tradizioni Sarde con
tutti i prodotti derivanti dalle lavorazioni artigianali dei prodotti locali.
La maschera del Balente Sardo è stata denominata ''BIANCU'', nasce per prima nel ottobre 2007 è una creazionec concepita nel territorio SADO esattamente ad Oristano, questa particolare maschera nasce per associare lo status della baleintia ad una figura ben precisa, estremamente importante in passato, questa figura era radicata nella cultura della società Sarda, quindi é stata realizzata prendendo spunto dalle peculiari caratteristiche somatiche riscontrate nei lineamenti di persone amiche, con lo scopo esclusivo di rappresentare fisicamente la vecchia concezione della"Balentia Sarda", la quale presupponeva i principi fondamentali di serietà, fermezza, orgoglio, rispetto, riservatezza ed onorabilità a tutti i costi.
La maschera ''BIANCU'' viene realizzata su commissione inizialmente in n° 3 esemplari originali unici di colore bianco
lucido.
Viene realizzata sagomata con base vetroresina, stuccata e verniciata con lucidatura finale.
Questa maschera è accompagnata dal tipico vestito locale di Orotelli ed attribuito come il più adatto alla figura del Balente Sardo, viene rivisitato e realizzato nel 2019 da Alfonso Canfora.
Di seguito nel 2015 questa maschera sarà realizzata anche nero profondo (''NIGHEDDU'') resa opaca, quest'ultima
verrà sagomata ulteriormente e completata con una espressione ancora più marcata e uno sguardo più accattivante.
Questo insieme di elementi accompagna l'evoluzione della maschera BIANCU.
La maschera ''NIGHEDDU'' si presenta con un forte contrasto di colori, tale da rievocare in alcune persone il mito della
figura macabra attribuita a quello stato ansioso provocato con l'arrivo delle tenebre, il ''buio'' il nero profondo e assoluto
che annuncia, secondo le storie tramandate della mitologia Sarda, l'arrivo imminente del ''uomo nero noto
come MOMMOTTI'', nome che ancora oggi incute un immane timore nella immaginazione di tutti quei bambini che si
rifiutano di obbedire e rispettare le regole imposte dai propri genitori.
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Infine nel Novembre del 2017 viene realizzata ''JUTA'' che è l'ultima opera del trittico previsto dal progetto
''ProtoSardo'' che effettivamente diverrà insieme al nome Sardinian Mask un Marchio depositato presso l'UIBM.
Marchio
La maschera Juta è stata realizzata grazie alla donazione di Federico Spada ottenuta da un vecchio sacco intessuto con
fibra di Juta dal quale ha preso oltre che lo stesso nome anche le stesse caratteristiche visive, colori e orditura della
fibra vengono inglobati nella vetroresina lucidata faccia a vista attraverso una particolare tecnica di posa in opera.
E' possibile ammirare dal cielo gratis e ogni giorno la gigantografia della maschera ''BIANCU''
Guarda il video di questa opera d'arte unica ed esclusiva, si può scorgere anche dalla LUNA!
Un posto d'onore riservato a questa maschera che si eleva tra i palazzi nella città di ORISTANO
Come e quando si presenta al pubblico la maschera del Balente Sardo
Le 3 maschere originali del modello BIANCU, esordiscono per la prima volta diverse espressivamente tra loro, ma
sopratutto da tutte le altre maschere presenti durante il corso della manifestazione carnevalesca Oristanese,
la Sartiglia, edizione Febbraio 2008 ad Oristano.
I 3 cavalieri che le hanno portate al viso, si presentano dinnanzi agli spettatori della manifestazione con un aspetto
inquietante mai osato prima da nessuno e disinvolti davanti alla numerosa folla presente durante la sfilata mostrano con
orgoglio il loro differente aspetto in cerca di rispetto.
Grazie anche al contrasto di colori con il vestito in orbace nero indossato dai tre cavalieri, provvisto di un ampio e
sagomato cappuccio, viene accentuato ancor di più l'aspetto delle maschere seppur rese colorate con un fondo chiaro e
neutro, i tratti spigolosi hanno reso le tre maschere a seconda delle interpretazioni minacciose e prepotenti.
In questa giornata epica i tre cavalieri così acconciati, attiravano su di loro tutti gli sguardi della gente rimasta attonita
ad ammirarli, rubando totalmente la scena di onnipotenza alla più conosciuta e tradizionale maschera androgina
del Componidori che in quel determinato giorno rappresenta il Dio della fertilità, propiziatore del avvento delle acque sul
terreno.
Tanta e tanta gente che è lì accalcata nelle strette vie della città per incitare ed apprezzare la discesa e l'innato coraggio
delle folli gesta acrobatiche dimostrate da questi tre cavalieri durante le pariglie nel corso della giostra equestre
Oristanese!
Questa maschera è stata richiesta così dai dai tre cavalieri è stata ispirata dai tratti marcati del viso di un amico (G.A.).
In questa maschera sono ritratte e riassunte nelle tre espressioni diverse, insieme a tutti i comportamenti attribuiti al
Balente Sardo, colui che uomo di valore si impone alle genti nel nome del rispetto, la sua figura nella società deve essere di
esempio anche con atteggiamenti duri, decisi (barrosi).
- '' DIVINITA' '' per una intera giornata -
Un ringraziamento particolare per aver reso immortali queste maschere a
(GABRIELE PINNA - GIANLEONARDO MURRUZZU - GIUSEPPE PINNA)
- L'edizione della Sartiglia anno 2008-
Quella che nessuno ha mai dimenticato!
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Guarda i Tre Cavalieri mentre sfilano e indossano queste maschere durante il Carnevale Oristanese
Video ''BIANCU'' Sartiglia 2008
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Abbigliamento del tipico Balente Sardo
Questo è il tipico abito del Balente Sardo è composto da n° 6 elementi riproposti e ridisegnati da Alfonso Canfora nel
2019 durante l'allestimento della mostra ''Legami con la terra Sarda''ad Oristano presso il palazzo BIFULCO
- gabbano in panno nero con cappuccio
- camicia bianca con colletto alla Coreana
- un corpetto in pelle nera
- pantalone in velluto nero
- cinta fine in pelle nera con fibia cromata
- scarponcino anfibio alto in pelle nera con fibia di chiusura laterale
- fucile da caccia
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design studiati da Alfonso Canfora nel 2016
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- (bandito) -
Questa opera mostra nella sua interezza le sembianze e i tratti marcati della maschera sopra citata ''BIANCU''
avvolta da un velo di mistero rappresenta ed ha rappresentato nel suo esordio pubblico tutta la Balentia Sarda.
Nasce come e sotto forma di opera d'arte in veste mimetica nel mese di Gennaio del 2018, dopo aver interpretato il
libro dedicato a quel codice Sardo non scritto che tutti i Sardi conoscono, il codice Barbaricino messo
su carta stampata dal prof. ANTONIO PIGLIARU.
Aver ricevuto informazioni dirette presenziando alla presentazione del libro del prof. Antioco Floris Banditi ad
Orgosolo e ispirato ulteriormente anche dalle visioni dei ''Film'' girati in Sardegna dai registi:
VITTORIO DE SETA,
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FABIO MANUEL MULAS,
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e dal grande PAOLO ZUCCA, insieme a Benito Urgu ed al suo intero cast che esalta la Sardità.
Dopo aver elaborato e metabolizzato queste differenti influenze, Alfonso Canfora ispirato da queste autorevoli fonti
''crea un volto ben definito'' attribuibile alla figura del Bandito Sardo ed al fenomeno e ai motivi per cui si diviene banditi
da lui interpretati del Banditismo in Sardegna.
Ben presto si sviluppa una vera e propria collezione in diverse colorazioni sul tema mimetismo
una serie di n°10 opere dove il mimetismo fa da padrone, la scelta della veste mimetica è giustificata dalle motivazioni
che spingono il bandito a darsi alla macchia mediterranea. L'obiettivo che si è prefissato per rendere ancora più efficace
l'approccio visivo ed il significato di come si presenta il fenomeno del banditismo Sardo, mettendo in luce il ruolo
fondamentale delle donne che caratterizzano le drastiche decisioni prese da chi diventa un bandito.
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Tutte queste opere sono state create per ricordare le origini del triste e violento fenomeno del Banditismo,
svoltosi in Sardegna a cavallo tra gli anni 1900 e gli anni 2000.
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La veste mimetica è stata scelta per mettere in evidenza l'atteggiamento del Bandito che mostra e mette
prepotentemente in atto commettendo le diverse tipologie di crimini.
L' opera BANDIDU nelle sue molteplici vesti di disign interpreta in pieno e richiama la figura del mimetismo utilizzata
dal bandito quando si dà e si nasconde tra la macchia mediterranea, per fuggire dopo aver compiuto un gesto
drasticamente estremo e non lecito, cioè scappare alla reale giustizia (messa in atto dalle forze di Polizia o Carabinieri)
dopo aver commesso un omicidio, nel caso del banditismo Sardo da mè interpretato è attribuibile ad un regolamento di
conti per vendetta, dovuto la maggior parte delle volte per una mancanza di rispetto di qualsiasi natura e modo da parte
della vittima, oppure nel caso del nuovo e differente di Banditismo definito delinquenziale da mè interpretato molto più
triste e scellerato, perche si avvale di episodi che mettono in atto rapine, abigeato o addirittura ancor peggio sequestri di
persona con il fine di ottenere dei riscatti, che portano questa nuova tipologia di banditismo a compiere gesti orribili,
quali tagliare parti del corpo del sequestrato oppure o altre gesti eclatanti non degni del codice barbaricino e del
banditismo Sardo da mè interpretato.
Per rendere ancora più completo e significativo il senso dell’opera BANDIDU viene inserita una elaborazione artistica di
n°3 bossoli, proiettili ottonati completamente vuoti e stagnati in punta, forati entrambi di parte in parte per essere resi
inerti ed a salve, come consigliato dal armiere dove sono stati convenuti vuoti (rif. legge 110 del 1975), posti nella
installazione sia in verticale che in orizzontale affiancati l’uno al altro (disposti ad asse cartesiano) incollati tra loro con
un mastice trasparente rendendoli così un corpo unico.
(Groviglio di proiettili un opera singola che rappresenta nel suo piccolo lo specchio del mondo contemporaneo e non solo
del banditismo, l'utilizzo smisurato sia delle minacce che della barbara violenza che si applica attraverso le armi per
riuscire ad ottenere con la forza le cose che normalmente con le buone maniere non si otterrebbero mai nel immediato)
Questi n°3 proiettili sono atti a significare a differenza delle interpretazioni di questi signori che optano per il banditismo
e tutto quello che concerne intorno al codice Barbaricino, una forma di protesta contro la giusta ma lenta burocrazia
nascosta dietro l’applicazione delle leggi imposte dallo stato per poter arrivare ad un verdetto finale o alla vera giustizia
con la effettiva condanna per aver commesso un reato, codice che a differenza di questa legge dove prevale la
burocrazia i personaggi del banditismo fanno un uso barbaro della violenza per imporsi su tutti e tutto attraverso
l’utilizzo delle armi e quant’ altro per poter ottenere il rispetto o qualsiasi altra cosa nel immediato.
(giustamente o ingiustamente a qualsiasi costo)
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Nulla osta emanato dal questore di Oristano,
documento atto a consentire ed autorizzare l'esposizione del opera nei luoghi pubblici e privati.
Copia di proprietà di Alfonso Canfora ne è vietata qualsiasi riproduzione
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L'opera ''BANDIDU'' è attualmente in attesa di trovare una locazione museale fissa nel territorio Sardo tale da poter
consentire con i presupposti lasciati dal messaggio inerente l'interpretazione artistica del banditismo Sardo che la
rendono completa, unica ed irripetibile.
La location che la ospiterà consentirà non solo ai Sardi ma anche a tutti i numerosi Turisti che arrivano ogni anno in
questa splendida Isola per cercare di conoscere la sua storia ma anche la storia della Sardegna.
Ogni volta che l'opera sarà esposta avrà una programmazione rotazionale ben definita:
il tempo stabilito per le eventuali esposizioni itineranti è di 8 settimane, l’opera viene rimossa o intercambiata dal locale
ospitante con un preavviso di 7 gg. dalla data di richiesta da parte del responsabile del area museale espositiva o dal
proprietario e autore dell’opera cioè Alfonso Canfora.
La rappresentazione artistica viene consegnata dal autore e proprietario in condizioni perfette e ottimali, deve essere
pulita e ben custodita dal ente o dal privato che la ospita nel suo locale il quale si impegna, firmando un contratto, inoltre
a posizionarla nel rispetto della massima visibilità al pubblico.
Questi sarà consapevole e non potrà godere di avere nella sua location l'opera BANDIDU sè privo di una assicurazione
adeguata.
I° mostra itinerante
Si evidenziano i temi di Sardità, Balentia e Banditismo Sardo.
( Design locanda di presentazione 2019)
-Video mostra-
Momenti salienti della presentazione del 23/04/2019 nel palazzo Bifulco
L'obbiettivo principale della mostra Legami con la terra Sarda è l'identificazione di un volto attraverso una
maschera associata ad uno status puramente Sardo, figure che fino ad oggi non erano ancora riscontrabili e
rappresentante realmente.
La mostra ha esordito con locazione in piazza Mariano al n°30 all'interno del meraviglioso palazzo Bifulco è divisa e si
sviluppa in tre sezioni differenti collegate fra loro da un ampio androne lungo circa 15 metri e largo 4, viene separato da
due archi realizzati in mattoni di laterizio misto a pareti in ladrini,
dall'esterno si presenta al pubblico con una ampia vetrata che evidenzia in primis il manichino del imponente Balente
Sardo alto 2,20 metri.
Accedendo alla mostra dalla porta laterale, percorrendo l'androne di ingresso si arriva a visitare la prima sezione quella
dedicata alla Balentia.
Nel corso della mostra si ha l'obbiettivo di ripristinare il concetto di Balente Sardo cioè quello status associato ad una
persona ferma nelle sue decisioni, severa e valorosa, capace, rispettosa ma anche rispettabile, era colui in grado di
mantenere una promessa o un segreto oppure gli si potevano affidare compiti e mansioni lavorative molto difficili, a
tutt'oggi il concetto vero di Balente si è perso e snaturato trasformandosi in bullismo o maleducata prepotenza.
(Gabriele, Peppino Pinna e Giangi Murruzzu) durante la Sartiglia del 2008, sfilata e pariglie.
Centralmente è posto il manichino con la maschera e il vestito del Balente Sardo e al lato dx è posta la maschera
rimessa in una teca sagomata con sopra la foto di Biancu così nominata.
Ai lati continuando all'interno del androne si possono apprezzare contrapposte le maschere Nigheddu e Juta esposte con
la stessa metodologia,
proseguendo e lasciandoci indietro lo spazio dedicato alla Balentia
ci si trova nello spazio dedicato al Banditismo,
dove per prima si può ammirare posta centrata l'opera installazione Bandidu racchiusa all'interno della teca espositiva
insieme ai proiettili.
Anche in questo caso ai lati si possono scorgere sia la maschera che il groviglio di proiettili fotografati in assonometria in
formato 50 x 70 cm.
Ai lati di queste due foto si possono iniziare ad apprezzare le maschere sia in formato fotografia con le stesse dimensioni
delle precedenti non chè le maschere reali della collezione dedicata al Banditismo Sardo in veste mimetica in differenti
colorazioni ed espressioni, si è scelto il tema mimetico per mettere in risalto la capacità camaleontica che acquisisce il
Bandito durante la latitanza, confondendosi perfettamente nella macchia mediterranea divenendo agli occhi degli altri
totalmente invisibile.
Si è scelto un colore verde predominante nella maggior parte delle maschere per esaltare i colori della nostra macchia
Mediterranea, inserendo dei colori più vivaci, giovanili inconsueti per mettere in luce la possibilità che anche un giovane
può divenire Bandito.
Le maschere sul banditismo sono poste frontalmente in serie da cinque anch'esse con foto assonometrica 50 x 70 cm. e
teca sottostante,
Tra tutte le colorazioni riguardanti il mimetismo della macchia mediterranea c'è ne uno che non centra nulla, il colore
''rosa'', si è scelto questo colore per far intendere a chi visita la mostra che questo colore è stato attribuito alla figura
della donna che nel fenomeno del banditismo ha un ruolo fondamentale la maggior parte delle volte, bastava anche uno
sguardo della matriarca che all'interno di un nucleo familiare si decretava la drastica decisione di compiere una vendetta
senza che l'uomo battesse ciglio era pronto a divenire Bandito per non finire i suoi giorni nel disonore.
La mostra ha l'obbiettivo di riqualificare il concetto di Banditismo ma anche dare il motivo per cui si sceglie di essere
banditi dalla legge e dalla società.
- Si sottolinea che il Bandito và a trovare con un gesto eclatante la maggior parte delle volte criminale la propria
giustizia attraverso la vendetta veloce o lenta che sia sempre nel nome del rispetto -.
Il terzo ed ultimo spazio è dedicato alla Sardità.
Sardità che viene espressa con una simpatica maschera associata al volto del pastore Sardo,
sezione utilizzata per presentare il marchio relativo alla maschera che si chiama ''PECORELLO'' a cui è stata aggiunta per
rimanere in tema di pastorizia anima trainante dell'economia Sarda per secoli, una pecora stilizzata simpaticamente
come è stato fatto per il volto del pastore Sardo.
La Sardità è legata al marchio PECORELLO perchè la maschera in questione e stata studiata per poter racchiudere tutte
le caratteristiche comportamentali, gli atteggiamenti gli usi e i costumi che si riscontrano nella quotidianità del popolo
Sardo.
Uno scorcio della mostra visto dal ultima sezione
Articoli inerenti la prima mostra sui temi della Sardità, Balentia e Banditismo Sardo
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La Nuova Sardegna (Enrico Carta 2019)
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Linkoristano
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Libero
Una maratona per la Sardità corsa insieme al maratoneta Andrea Mulas
Articolo LinkOristano
Si ringraziano, le redazioni giornalistiche che si sono interessate all'argomento,
l'artista Federico Fadda e il sig. Marco Bifulco per lo spazio e i consigli gentilmente concessi,
i numerosi visitatori accorsi durante la presentazione e sopratutto gli strepitosi Paolo Zucca e Benito Urgu.
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Le opere presenti nella mostra Legami con la terra Sarda hanno una storia da raccontare che può divenire teatro per
il turismo tale da risollevare l'andamento economico e produttivo di un loco.
Si cerca di una locazione Museale ospitante, o un acquirente per l'intera collezione di opere.
Per maggiori info a riguardo contattare Alfonso Canfora
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